Nella separazione di fatto la questione dell’assegno di mantenimento può comunque sorgere, specialmente quando ci sono figli minori oppure maggiorenni ma non economicamente autosufficienti. In questo articolo analizzeremo chi deve pagare l’assegno di mantenimento e quali criteri vengono utilizzati per calcolarlo.

Quando si ha diritto all’assegno di mantenimento nella separazione di fatto
La separazione di fatto in presenza di figli minori oppure maggiorenni ma non economicamente autosufficienti, deve essere necessariamente disciplinata attraverso una procedura in tribunale che può essere consensuale (dove gi due genitori sono d’accordo sulle decisioni da adottare) oppure giudiziale (quando i genitori non sono d’accordo e pertanto è il giudice che dovrà determinare le condizioni e i diritti di visita) , non esonera, comunque, i partner dai loro obblighi di sostegno reciproco e nei confronti dei figli. Questo significa che, il partner che di solito si allontana dalla casa nella quale vivrà il figlio/a dovrà prevedere un assegno di mantenimento di minimo 180 euro al mese a figlio fino a un massimo che dipende dai suoi redditi.
Il principio fondamentale che guida la determinazione dell’assegno di mantenimento è il mantenimento dello stesso tenore di vita goduto durante la convivenza. Il partner che si allontana dalla casa nella quale risiede il figlio con l’altro genitore dovrà prevedere un assegno di mantenimento. Questo tipo di supporto economico è particolarmente rilevante in presenza di figli, poiché la loro tutela e il loro benessere rimangono una priorità assoluta.
Criteri per il calcolo dell’assegno di mantenimento
Il calcolo dell’assegno di mantenimento, anche nella separazione di fatto, si basa su una serie di fattori che tengono conto delle esigenze dei beneficiari e delle possibilità economiche di chi deve pagarlo. In particolare, gli elementi presi in considerazione includono:
- Il reddito del partner che dovrà versare l’assegno, incluse eventuali entrate da lavoro dipendente, autonomo o proprietà immobiliari.
- Le spese ordinarie e straordinarie necessarie per il mantenimento dei figli, come istruzione, salute, attività extrascolastiche.
- Il tenore di vita goduto dalla famiglia durante la convivenza, che deve essere mantenuto quanto più possibile anche dopo la separazione.
- L’età e le condizioni di salute dei partner e dei figli.
- La durata della convivenza e la presenza di accordi patrimoniali o contrattuali precedenti alla separazione.
Il mantenimento dei figli è obbligatorio rispetto al mantenimento dell’ex partner, in quanto la tutela del minore è vista come primaria.
Differenze rispetto all’assegno di mantenimento nel divorzio
Una differenza fondamentale tra l’assegno di mantenimento nella separazione di fatto e quello nel divorzio è che, nella separazione di fatto, non esiste un obbligo di versamento per l’altro partner. L’obbligo è solo per il mantenimento ai figli minori o maggiorenni ma non economicamente autosufficienti. Inoltre l’assegno divorzile permette al coniuge che lo riceve di ottenere una quota parte del TFR dell’altro coniuge e permette anche di ottenere la pensione di reversibilità qualora il coniuge obbligato a versare l’assegno dovesse venire a mancare. Nella separazione di fatto nella quale viene previsto l’assegno di mantenimento per figli minori o maggiorenni non economicamente autosufficienti, l’assegno stesso non porta ulteriori diritti.
In assenza di un accordo formalizzato in Tribunale, il partner economicamente più debole non potrà far valere i propri diritti nel caso in cui l’altro genitore iniziasse a non pagare più l’assegno di mantenimento per i figli minori o economicamente non autosufficienti. Per questo motivo, è necessario formalizzare un accordo, con l’assistenza di un avvocato, che stabilisca chiaramente l’importo e le modalità di pagamento dell’assegno di mantenimento, accordo che dovrà poi essere depositato in Tribunale. In caso di disaccordo, si può ricorrere a un giudice per far riconoscere formalmente l’obbligo di mantenimento per i figli minori o maggiorenni non economicamente autosufficienti, anche se non c’è stato un matrimonio legale.
Come gestire l’assegno di mantenimento in caso di cambiamenti economici
Un altro aspetto da considerare riguarda i cambiamenti economici che possono verificarsi dopo la separazione. Se il partner che paga l’assegno subisce una significativa riduzione del reddito o se il partner che riceve il mantenimento trova un’occupazione o migliora la sua condizione economica, l’assegno di mantenimento può essere rivisto.
In questo caso, i partner possono accordarsi per modificare l’importo dell’assegno o le modalità di pagamento. Se non riescono a trovare un accordo, può essere richiesto l’intervento di un giudice per rivedere le condizioni economiche alla luce dei cambiamenti sopraggiunti. È importante mantenere una certa flessibilità in questi accordi, poiché le condizioni economiche possono cambiare in maniera imprevedibile, influenzando la capacità di entrambe le parti di sostenere o ricevere il mantenimento.
Punti chiave sull’assegno di mantenimento nella separazione di fatto:
- Il partner con maggiori risorse economiche può essere tenuto a pagare un assegno di mantenimento all’altro, soprattutto in presenza di figli.
- Il calcolo dell’assegno si basa sul reddito, le esigenze familiari e il tenore di vita goduto durante la convivenza.
- È importante formalizzare un accordo scritto per evitare disaccordi futuri e, in caso di mancato pagamento, è possibile ricorrere al giudice.
- L’assegno di mantenimento può essere modificato in caso di cambiamenti economici significativi.
Conclusioni
L’assegno di mantenimento nella separazione di fatto è uno strumento importante per garantire il sostegno economico al partner più debole e ai figli, ma la sua gestione richiede un’attenta pianificazione e, spesso, il supporto di professionisti legali. Anche in assenza di una separazione legale, è fondamentale che i partner raggiungano un accordo chiaro e che tengano conto delle necessità di ciascun membro della famiglia. Mantenere un dialogo aperto e trasparente sulle questioni economiche può aiutare a evitare conflitti e garantire una transizione più serena per tutti i coinvolti, soprattutto per i figli.
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