Quando si parla di divorzio o separazione, uno dei temi più delicati è sicuramente il mantenimento dei figli.
Al contrario di quanto si potrebbe pensare, il mantenimento non si ferma necessariamente al compimento dei diciott’anni, né esiste un limite d’età specifico.
I genitori hanno pertanto l’obbligo di mantenere i figli finché non diventano economicamente indipendenti. Questo può avvenire quando, terminato il percorso di studi, sia esso universitario o di altra natura formativa, trova un impiego che gli permette di integrarsi nel mondo del lavoro.
L’inserimento professionale deve essere stabile e adeguato alle sue qualifiche, fornendo un reddito che gli consenta di mantenere uno standard di vita appropriato senza il supporto finanziario dei genitori.
Quali fattori influenzano il mantenimento?
È essenziale per i genitori considerare che l’obbligo di mantenimento non è automaticamente revocato al raggiungimento della maggiore età del figlio. La decisione di modificare o interrompere il mantenimento dovrebbe basarsi su una valutazione accurata e, idealmente, essere concordata tra i genitori o, in mancanza di accordo, decisa da un tribunale.
Inoltre, in caso di cambiamenti significativi nelle condizioni di uno dei genitori o del figlio, è possibile richiedere una revisione dell’ammontare del mantenimento.
- Risorse dei genitori: è importante capire che entrambi i genitori sono responsabili del sostegno finanziario dei figli, indipendentemente dalla custodia. La legge prevede che il contributo di ciascun genitore sia proporzionale alle proprie risorse finanziarie. Questo significa che un genitore con un reddito più alto potrebbe essere tenuto a contribuire in misura maggiore rispetto all’altro genitore.
- Bisogni del figlio: questi bisogni possono variare significativamente a seconda della situazione individuale del figlio e possono includere tutte le spese legate all’istruzione (ad esempio le tasse universitarie, l’acquisto dei manuali o il pagamento di corsi formativi), alla vita quotidiana (ad esempio l’affitto, le spese mediche o le bollette) e ulteriori spese straordinarie.
- Autonomia del figlio: se il figlio inizia ad ottenere un reddito stabile, questo potrebbe ridurre l’importo del mantenimento o terminare completamente l’obbligo, a seconda del grado di autosufficienza raggiunto. Tuttavia, l’obbligo di mantenimento potrebbe persistere nonostante il figlio abbia un lavoro part-time o stagionale che non gli permette di coprire completamente i propri bisogni.
Come calcolare il mantenimento
Il calcolo del mantenimento per un figlio maggiorenne in Italia è un processo che considera diversi fattori chiave per garantire un equo contributo da parte dei genitori in base alle loro possibilità economiche e alle reali necessità del figlio.
Il principio fondamentale nel calcolo del mantenimento è che entrambi i genitori devono contribuire secondo le loro capacità economiche.
Questo significa che non è necessariamente un contributo al 50% da parte di ciascun genitore, ma piuttosto una percentuale che rispecchia la propria situazione finanziaria rispetto a quella dell’altro genitore.
La valutazione delle capacità economiche include:
- Reddito: stipendi, bonus, redditi da attività autonoma o imprenditoriale, e altre fonti di entrata.
- Patrimonio: beni immobili, investimenti, risparmi e altre proprietà significative.
- Obblighi finanziari: altri supporti familiari, debiti, e obbligazioni finanziarie regolari.
Quando non c’è accordo tra i genitori sulle somme dovute o sulla distribuzione delle responsabilità, è possibile ricorrere al tribunale. Il giudice analizzerà i fattori sopra citati e potrà decidere basandosi su:
- Documentazione: prove di reddito e spese, dichiarazioni fiscali e bilanci patrimoniali.
- Standard di vita: il tenore di vita che il figlio aveva prima del divorzio o della separazione può influenzare l’ammontare del mantenimento, per evitare una diminuzione significativa della qualità della vita.
- Cambiamenti nelle circostanze: variazioni nel reddito o nelle condizioni di vita di uno dei genitori o del figlio possono portare a una revisione dell’ammontare del mantenimento.
Quando non si è tenuti a versare il mantenimento?
Il mantenimento dei figli maggiorenni in Italia è soggetto a condizioni specifiche, specialmente quando i figli non raggiungono l’autonomia finanziaria a causa di proprie scelte o comportamenti.
La Corte di Cassazione ha tuttavia chiarito in diverse occasioni che l’obbligo di mantenimento non è illimitato o incondizionato:
- la sentenza n. 1858 del 2016 ha stabilito che i genitori possono essere esonerati dal mantenimento se il mancato raggiungimento dell’indipendenza economica del figlio deriva dalla sua inattività colpevole o dal rifiuto ingiustificato di accettare lavoro consono alle sue qualifiche.
- la sentenza n. 5088 del 2018 sottolinea che il mantenimento deve essere parte di un progetto educativo che consideri le capacità e le aspirazioni del figlio, rimarcando l’importanza dell’educazione come nucleo centrale dell’obbligo di mantenimento. La durata e il contenuto del supporto finanziario sono quindi calibrati sul tempo strettamente necessario affinché il figlio maggiorenne possa inserirsi efficacemente nella società.
- la sentenza n. 18785 del 2021 indica che il mantenimento può essere revocato se i figli non conseguono l’autosufficienza economica per negligenza, incapacità o mancanza di impegno verso percorsi educativi o professionali. Questo principio rafforza l’idea che il mantenimento non debba supportare uno stile di vita che non sia in linea con gli obiettivi formativi o professionali, né un approccio passivo verso la ricerca di un’occupazione.
Queste normative riflettono un equilibrio tra il dovere di sostegno da parte dei genitori e la responsabilità personale dei figli maggiorenni. Il diritto di famiglia italiano, pur riconoscendo l’importanza fondamentale del mantenimento, impone anche un impegno attivo dei figli nel perseguire l’autonomia, delineando chiare condizioni sotto le quali i genitori possono essere sollevati da questo obbligo.
Il mantenimento dei figli maggiorenni è un tema complesso che richiede un’attenta valutazione delle circostanze individuali.
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