assegno di mantenimento

Modifiche assegno di mantenimento: quando, come e perché cambia l’importo

Guida su come l’assegno di mantenimento può essere modificato nel tempo in caso di variazioni nelle circostanze.

L’assegno di mantenimento è uno strumento giuridico finalizzato a garantire il sostentamento del coniuge economicamente più debole e/o dei figli, a seguito di separazione o divorzio. La sua determinazione iniziale si basa su criteri precisi fissati dal giudice o concordati tra le parti, ma non è un importo immutabile. Al contrario, può subire modifiche nel tempo qualora intervengano variazioni significative nelle condizioni economiche, personali o familiari di una o di entrambe le parti.

Capire quando, come e perché cambia l’assegno di mantenimento è fondamentale per chi si trova coinvolto in procedimenti di separazione, divorzio o revisione delle condizioni. In questa guida approfondiremo tutti gli aspetti giuridici, pratici e procedurali legati alle modifiche assegno mantenimento, analizzando i casi più frequenti, le modalità di richiesta e i criteri adottati dalla giurisprudenza.

Cos’è l’assegno di mantenimento e a cosa serve

L’assegno di mantenimento è una somma periodica, solitamente corrisposta mensilmente, che un coniuge è tenuto a versare all’altro o ai figli, per contribuire al loro mantenimento e benessere.

Si distinguono due tipologie principali:

  • Assegno di mantenimento per i figli: volto a garantire il soddisfacimento delle esigenze primarie, scolastiche, mediche e di crescita dei minori o dei figli maggiorenni non autosufficienti.
  • Assegno di mantenimento per l’ex coniuge: destinato a riequilibrare la disparità economica tra le parti e a garantire, ove possibile, un tenore di vita simile a quello goduto durante il matrimonio.

La misura dell’importo viene stabilita in sede di separazione o divorzio, tenendo conto di fattori quali:

  • reddito e patrimonio di ciascun coniuge
  • esigenze dei figli
  • durata del matrimonio
  • contributo di ciascun coniuge alla vita familiare
  • capacità lavorativa e possibilità di reperire un’occupazione

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Modifiche assegno mantenimento: perchè richiederle

Nonostante la determinazione iniziale avvenga con criteri precisi, la vita delle persone è in continua evoluzione. Cambiamenti lavorativi, economici, familiari o di salute possono incidere sulla capacità di versare o sulla necessità di ricevere l’assegno.

Il principio cardine è che qualsiasi variazione rilevante e sopravvenuta rispetto alla situazione esistente al momento della determinazione dell’assegno può giustificare una richiesta di revisione.

Tra le cause più frequenti di modifiche assegno mantenimento rientrano:

  • perdita o riduzione significativa del reddito di uno dei coniugi
  • miglioramento consistente della condizione economica del beneficiario
  • nuove spese impreviste e rilevanti legate ai figli (università, salute, sport agonistico)
  • formazione di un nuovo nucleo familiare da parte del beneficiario o dell’obbligato
  • convivenza more uxorio stabile del beneficiario
  • malattia o infortunio che limita la capacità lavorativa
  • incremento del reddito del coniuge obbligato

Quando è possibile chiedere modifiche assegno mantenimento

La legge prevede che sia possibile presentare una richiesta per modifiche assegno mantenimento ogni volta che intervengono mutamenti sostanziali e duraturi nella situazione economica o personale delle parti.

Alcuni esempi concreti:

  • Un genitore perde il lavoro e, pur cercando nuova occupazione, si ritrova con reddito drasticamente ridotto.
  • Il beneficiario dell’assegno ottiene un impiego stabile e ben retribuito che riduce la necessità di sostegno economico.
  • Uno dei figli diventa economicamente indipendente, riducendo le spese a carico del genitore obbligato.
  • Il beneficiario inizia una convivenza stabile con un nuovo partner che contribuisce al suo mantenimento.

In tutti questi casi, il giudice può disporre una riduzione, sospensione o cessazione dell’assegno, o, in casi opposti, un aumento se le esigenze del beneficiario crescono o se la capacità economica dell’obbligato migliora.

Come presentare richiesta di modifiche assegno mantenimento

La richiesta di modifiche assegno mantenimento può essere presentata:

  • con ricorso al tribunale che ha emesso il provvedimento originario
  • tramite negoziazione assistita tra avvocati, se vi è accordo tra le parti

Il ricorso deve essere motivato e documentato, dimostrando in modo chiaro e inequivocabile:

  • la variazione sopravvenuta delle condizioni economiche o personali
  • il carattere stabile e non temporaneo della variazione
  • la connessione diretta tra tale variazione e la necessità di modifiche assegno mantenimento

Documenti utili a sostegno della richiesta possono includere:

  • buste paga, CUD, dichiarazioni dei redditi aggiornate
  • certificazioni di disoccupazione
  • documentazione medica in caso di malattia o invalidità
  • attestazioni di spese straordinarie sostenute
  • prove della nuova convivenza del beneficiario

Fattori considerati dal giudice nella modifica dell’assegno di mantenimento

Il giudice valuta diversi elementi per decidere se modificare l’importo:

  • Mutamento delle condizioni economiche: aumento o diminuzione del reddito o del patrimonio delle parti.
  • Esigenze dei figli: età, salute, percorso scolastico o universitario, spese straordinarie.
  • Durata e stabilità del cambiamento: variazioni temporanee (es. un mese di inattività lavorativa) difficilmente giustificano una revisione.
  • Nuovo nucleo familiare: la nascita di altri figli o una nuova convivenza possono incidere sulla ripartizione delle risorse economiche.
  • Contributo economico del nuovo partner: se il beneficiario riceve un sostegno economico significativo da un nuovo convivente, l’assegno può essere ridotto o soppresso.

Modifiche assegno mantenimento e nuove famiglie

Un tema particolarmente delicato riguarda la formazione di una nuova famiglia da parte di uno dei coniugi.

Se l’ex coniuge beneficiario si risposa o convive stabilmente con un nuovo partner, la giurisprudenza tende a riconoscere che il nuovo nucleo familiare contribuisce al mantenimento, riducendo o azzerando la necessità dell’assegno.

Se invece è l’ex coniuge obbligato a formare una nuova famiglia, il giudice può considerare le nuove esigenze economiche, ma ciò non comporta automaticamente una riduzione dell’assegno, soprattutto se i figli del primo matrimonio necessitano ancora di sostegno.

Aumento dell’assegno di mantenimento

Non sempre la revisione porta a una riduzione: l’assegno di mantenimento può anche essere aumentato quando:

  • cresce il reddito del coniuge obbligato
  • aumentano le esigenze del beneficiario o dei figli
  • sopraggiungono spese straordinarie ricorrenti (ad esempio, costi universitari, terapie mediche prolungate, attività sportive agonistiche)

Il giudice, anche in questo caso, richiede prove documentali delle nuove necessità e della capacità dell’obbligato di sostenere un importo maggiore.

Differenza tra assegno di mantenimento e assegno divorzile

Spesso si fa confusione tra assegno di mantenimento e assegno divorzile. Il primo si applica durante la separazione (consensuale o giudiziale), il secondo a seguito della sentenza di divorzio.

Le regole sulla modifica sono simili: anche l’assegno divorzile può essere variato in presenza di mutamenti significativi. Tuttavia, per l’assegno divorzile, il giudice valuta maggiormente la finalità compensativa e perequativa, volta a riequilibrare le condizioni economiche conseguenti alla fine del matrimonio.

Approfondimento: Assegno divorzile e assegno di mantenimento: quali sono le differenze?

Procedura pratica per ottenere modifiche assegno mantenimento

  1. Raccolta documenti: predisporre tutte le prove necessarie a dimostrare il cambiamento delle circostanze.
  2. Consulenza legale: rivolgersi a un avvocato esperto in diritto di famiglia per valutare la fondatezza della richiesta.
  3. Tentativo di accordo: in presenza di rapporti collaborativi, si può ricorrere alla negoziazione assistita, più rapida e meno onerosa.
  4. Ricorso al tribunale: se non vi è accordo, depositare il ricorso motivato al giudice competente.
  5. Udienza e decisione: il giudice ascolta le parti, esamina la documentazione e decide se modificare l’importo.

Errori da evitare nella richiesta di modifiche assegno mantenimento

  • Presentare la domanda senza prove concrete del cambiamento
  • Confondere difficoltà economiche temporanee con variazioni stabili
  • Omettere documenti importanti
  • Aspettare troppo tempo prima di agire, accumulando debiti o arretrati

Riferimenti normativi e giurisprudenziali

Le modifica dell’assegno di mantenimento trova disciplina negli articoli 710 e 711 del Codice di Procedura Civile per la revisione delle condizioni di separazione, e nell’art. 9 della legge 898/1970 per la revisione delle condizioni di divorzio.

La Cassazione ha più volte ribadito che il presupposto per le modifiche assegno mantenimento, è la sopravvenienza di circostanze nuove, oggettive e rilevanti, rispetto a quelle considerate nella determinazione originaria dell’assegno.

Per approfondire, è utile consultare anche le pronunce della Corte di Cassazione reperibili sul portale della Corte Suprema di Cassazione.

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Casi concreti di modifiche assegno mantenimento nella giurisprudenza recente

Per comprendere meglio come la legge viene applicata, è utile analizzare alcuni casi concreti decisi dai tribunali italiani e dalla Corte di Cassazione negli ultimi anni.

1. Riduzione dell’assegno di mantenimento per nuova convivenza stabile del beneficiario

La Cassazione (sentenza n. 32198/2021) ha stabilito che la convivenza more uxorio del coniuge beneficiario, se stabile e duratura, può comportare la cessazione dell’assegno di mantenimento. Questo perché il nuovo partner contribuisce in modo significativo al sostentamento e alla qualità di vita dell’ex coniuge, eliminando la necessità di un sostegno economico da parte dell’altro.

2. Aumento dell’assegno di mantenimento per aumento delle esigenze dei figli

Con sentenza n. 20878/2020, la Corte ha riconosciuto un aumento dell’assegno di mantenimento per coprire i costi universitari e le spese di specializzazione all’estero di un figlio maggiorenne non ancora indipendente. In questo caso, l’incremento delle spese era documentato e ricorrente, giustificando la revisione al rialzo.

3. Riduzione per perdita involontaria del lavoro dell’obbligato

Il Tribunale di Milano (ordinanza del 14 settembre 2022) ha ridotto del 40% l’importo dell’assegno di mantenimento in favore dell’ex coniuge e dei figli, dopo che l’obbligato aveva perso il lavoro a causa della chiusura dell’azienda e non aveva ancora trovato una nuova occupazione. La decisione è stata motivata dal carattere non colposo della perdita di reddito e dalla riduzione significativa delle entrate familiari.

4. Nessuna modifica per difficoltà economiche temporanee

La Cassazione (sentenza n. 13845/2019) ha rigettato la richiesta di riduzione dell’assegno presentata da un genitore che aveva subito un calo di commesse nel proprio lavoro autonomo. Il motivo del rigetto è stato il carattere temporaneo della difficoltà economica, che non giustificava un intervento strutturale sulle condizioni fissate in sede di separazione.

5. Eliminazione dell’assegno di mantenimento per matrimonio del beneficiario

In più sentenze (tra cui Cass. civ. n. 18869/2021), è stato confermato che il nuovo matrimonio del beneficiario comporta automaticamente la cessazione dell’assegno, poiché viene meno lo stato di coniuge separato o divorziato che giustifica il diritto al mantenimento.

L’onere della prova nella richiesta di modifiche assegno mantenimento

Uno degli aspetti più delicati della procedura è l’onere della prova, ossia chi deve dimostrare le condizioni che giustificano le modifiche assegno mantenimento.

  • Se si chiede la riduzione o cessazione: l’obbligato deve dimostrare l’avvenuto peggioramento della propria situazione economica o il miglioramento di quella del beneficiario.
  • Se si chiede l’aumento: il beneficiario deve provare l’aumento delle proprie necessità o delle spese per i figli, nonché la maggiore capacità economica dell’obbligato.

La prova deve essere completa, documentata e attuale. Testimonianze informali o dichiarazioni prive di riscontro non sono considerate sufficienti.

Il ruolo della mediazione e della negoziazione assistita

Prima di ricorrere al tribunale, in molti casi può essere conveniente tentare una negoziazione assistita. Si tratta di un accordo sottoscritto dalle parti e dai rispettivi avvocati, che stabilisce nuove condizioni senza necessità di un processo.

I vantaggi di questa procedura sono:

  • tempi più rapidi rispetto al giudizio ordinario
  • costi ridotti
  • maggiore flessibilità nella definizione delle condizioni
  • possibilità di mantenere rapporti più distesi, specialmente quando vi sono figli minori

Tuttavia, la negoziazione assistita richiede la disponibilità di entrambe le parti a trattare e trovare un compromesso. In mancanza di accordo, resta inevitabile il ricorso al giudice.

Come prevenire contenziosi futuri

La fase di determinazione dell’assegno, in sede di separazione o divorzio, può influenzare notevolmente la probabilità di future controversie. Alcune strategie per ridurre il rischio di continue modifiche sono:

  • definire importi realistici e sostenibili in base alle entrate effettive
  • prevedere clausole di adeguamento automatico (ad esempio, indicizzate all’inflazione ISTAT)
  • specificare in modo chiaro la ripartizione delle spese straordinarie per i figli
  • aggiornare periodicamente le condizioni con accordi amichevoli

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Conclusione

L’assegno di mantenimento non è un obbligo fisso e immutabile: il suo importo può cambiare per adeguarsi alle reali necessità e capacità delle parti nel tempo. La legge italiana tutela sia il diritto al sostegno economico di chi ne ha bisogno, sia l’equità nei confronti di chi è obbligato a versarlo, permettendo modifiche assegno mantenimento in caso di variazioni sostanziali e documentate delle circostanze.

Conoscere i criteri, le procedure e la giurisprudenza in materia è fondamentale per affrontare con consapevolezza una richiesta di revisione, evitando errori che possano compromettere l’esito. Rivolgersi a un avvocato specializzato in diritto di famiglia resta il passo più sicuro per tutelare i propri interessi e trovare la soluzione più equilibrata possibile.

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