Non sempre la separazione è volontà di entrambi i coniugi.
Non di rado, la decisione è presa da uno solo dei membri della coppia mentre l’altra la subisce.
Quando sono entrambi i coniugi a volersi separare diventata tutto più semplice, non solo dal punto di vista legale.
Ma quando è solo uno di essi a prendere la decisione?
Prima di procedere legalmente è necessario fare un passo a volte sottovalutato: comunicare al coniuge la propria volontà.
Potrà sembrare strano ma è un passo cui va attribuita una certa importanza e il contenuto della conversazione può determinare gli step successivi.
“Voglio la separazione!”
Nel momento in cui una coppia manifesta l’intento di separarsi, la giurisprudenza non è tenuta ad indagarne le cause.
Tuttavia, qualora si dovesse giungere ad una battaglia legale, i motivi della separazione, per quanto facciano parte degli affari interni della coppia, potrebbero essere usati come armi.
Per evitare tutto questo, è bene che, qualora sia un solo coniuge a chiedere la separazione, non usi, per quanto reali, espressioni del tipo: “amo un altro/a!”
In caso di separazione giudiziale, infatti, la controparte potrebbe chiedere un addebito per infedeltà coniugale.
Altra cosa da evitare sono gli insulti!
Ma non è tutto…
Se non si giunge alla separazione ufficiale, nessuno dei due coniugi può abbandonare il tetto coniugale poiché non si è ancora sciolti dal vincolo della coabitazione e questo avrebbe conseguenze economiche sul coniuge che si è allontanato.
Separazione consensuale?
Quando non avviene nulla di quanto descritto sopra ed entrambi i coniugi sono convinti della decisione di separarsi, è più facile che ci sia una separazione consensuale.
La separazione consensuale non solo ha meno strascichi a livello psicologico ma, soprattutto, è, da un punto di vista giuridico, più facile, più veloce e più economica.
Separazione consensuale: costi
La separazione consensuale è il modo più economico per separarsi.
Se si sceglie la separazione consensuale, vale a dire quella che si attua “di comune accordo” con l’altro coniuge, non si dovrebbero spendere più di € 1.000 o 1.500 per la parcella dell’avvocato.
Si tratta di un costo medio a coniuge ma è doveroso sottolineare che ci sono molti fattori che incidono: la complessità della procedura, l’entità del patrimonio.
E’ fondamentale sottolineare che si tratta di una stima che non tiene conto della specificità di ciascuna situazione.
Inoltre, quanto dichiarato non tiene conto del fatto che, in caso di separazione consensuale, i coniugi possono scegliere tre diversi iter per giungere allo status giuridico di separati.
La scelta di una strada piuttosto che di un’altra comporta, inevitabilmente, delle ripercussioni a livelli di costi totali.
Nel caso di separazione consensuale un ruolo importante è dato anche dal fattore tempo.
Infatti, i tempi separazione consensuale sono molto più rapidi rispetto a quelli di una separazione giudiziale.
Volendo citare i tre diversi iter che consentono ad una coppia di separarsi, sarà possibile distinguere tra:
- Ricorso congiunto;
- Negoziazione assistita;
- Divorzio in Comune.
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