Una guida su come vengono determinati gli importi dell’assegno di mantenimento nel divorzio e i diritti legali per i coniugi
Cos’è l’assegno di mantenimento in caso di divorzio
L’assegno di mantenimento rappresenta uno degli istituti più rilevanti all’interno del procedimento di separazione o divorzio. Si tratta di una prestazione economica che uno dei coniugi è tenuto a versare all’altro, o ai figli, al fine di garantire il sostentamento di chi risulti più debole economicamente. L’assegno può avere natura diversa a seconda del contesto in cui si inserisce: separazione o divorzio.
Quando si parla di divorzio assegno mantenimento, ci si riferisce all’obbligo economico che sopravvive alla cessazione definitiva del vincolo matrimoniale. Tale obbligo può rivolgersi:
- Al coniuge economicamente più debole
- Ai figli minorenni o maggiorenni non autosufficienti
L’assegno può essere disposto sia nell’ambito di un divorzio consensuale sia in un divorzio giudiziale, ma cambiano criteri e modalità di calcolo.
Come calcolare l’assegno di mantenimento:
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Tipologie di assegno di mantenimento: separazione e divorzio
È importante distinguere tra:
- Assegno di mantenimento in separazione: ha finalità assistenziale, coniugata al mantenimento del tenore di vita preesistente.
- Assegno divorzile: previsto dopo il divorzio, ha una funzione riequilibratrice, compensativa e assistenziale.
Entrambi gli strumenti mirano a evitare un danno economico sproporzionato derivante dallo scioglimento del rapporto coniugale.
Criteri legali per il calcolo dell’assegno di mantenimento
Il calcolo dell’assegno di mantenimento non segue formule matematiche fisse, ma si basa su criteri stabiliti dalla giurisprudenza e dai codici normativi.
Tra i criteri considerati dal giudice troviamo:
- Redditi di entrambi i coniugi
- Capacità lavorativa e potenziale reddito del coniuge richiedente
- Età e stato di salute delle parti
- Durata del matrimonio
- Contributo dato da ciascun coniuge alla vita familiare
- Eventuale presenza di figli e necessità di cura
- Tenore di vita durante il matrimonio
L’art. 5 della Legge sul Divorzio (L. 898/1970) è il riferimento normativo principale per l’assegno di mantenimento nel divorzio.
Quando è dovuto l’assegno di mantenimento?
L’assegno di mantenimento non è automatico. Il giudice deve valutare se:
- Vi sia disparità economica fra i coniugi
- L’ex coniuge non sia in grado di mantenersi autonomamente
- La separazione o il divorzio abbia causato una perdita di posizione economica a causa dei sacrifici sostenuti per la famiglia
Il diritto all’assegno mantenimento si fonda su una combinazione tra bisogno e merito. Non è riconosciuto in presenza di comportamenti gravi (es. infedeltà) che abbiano condotto alla separazione con addebito.
L’assegno di mantenimento per i figli
Il mantenimento dei figli è sempre prioritario. I genitori sono obbligati a contribuire in proporzione alle proprie capacità economiche. L’assegno mantenimento figli è calcolato considerando:
- Spese ordinarie (vitto, alloggio, scuola)
- Spese straordinarie (mediche, viaggi, sport, ecc.)
- Presenza o meno di affidamento condiviso o esclusivo
Il genitore collocatario riceve l’assegno. In casi di affidamento condiviso, il mantenimento può essere diretto (ciascun genitore provvede direttamente alle spese) oppure con pagamento di un assegno proporzionale.
Come si richiede l’assegno di mantenimento nel divorzio
Nel contesto di un divorzio consensuale, l’assegno può essere stabilito con accordo tra le parti, poi omologato dal giudice.
Nel divorzio giudiziale, sarà il tribunale a fissarne:
- L’importo mensile
- La modalità di pagamento (bonifico, trattenuta diretta, ecc.)
- L’indice ISTAT per l’adeguamento automatico annuale
È possibile anche stabilire un assegno una tantum: una somma unica a saldo definitivo, con rinuncia a qualsiasi assegno futuro.
Modifica assegno mantenimento: quando e come richiederla
Nel tempo possono mutare le condizioni economiche di uno o entrambi gli ex coniugi. In tali casi, è possibile richiedere:
- Aumento mantenimento divorzio
- Diminuzione dell’importo
- Revoca totale dell’assegno
Le cause più comuni sono:
- Perdita o incremento del lavoro
- Pensionamento
- Nuove convivenze o seconde nozze
- Modifica delle esigenze dei figli
La modifica può essere richiesta mediante ricorso al tribunale competente, allegando la documentazione aggiornata.
Mancato pagamento dell’assegno: sanzioni e responsabilità legali
Il mancato pagamento dell’assegno di mantenimento costituisce una grave violazione di legge. Le sanzioni possono essere:
- Pignoramento dello stipendio o dei beni del debitore
- Denuncia penale ex art. 570 c.p. (violazione degli obblighi familiari)
- Iscrizione a ruolo e recupero coattivo tramite Agenzia delle Entrate Riscossione
- Interessi di mora sull’importo non corrisposto
Il coniuge danneggiato può presentare ricorso urgente al tribunale per ottenere un decreto ingiuntivo e il recupero forzato.
Responsabilità legali per il mantenimento
Chi è obbligato a corrispondere l’assegno di mantenimento e non adempie rischia conseguenze:
- Civili: condanna al pagamento, spese processuali, pignoramenti
- Penali: reclusione fino a un anno e/o multa fino a €1.032
- Previdenziali: trattenute dirette su pensioni o TFR
L’obbligo può gravare anche post mortem sul TFR o sulla pensione di reversibilità, se sussistono le condizioni previste dalla legge.
Assegno divorzile e diritto alla pensione di reversibilità
Il diritto assegno mantenimento può estendersi anche alla pensione di reversibilità:
- L’ex coniuge deve ricevere un assegno divorzile
- Non deve essersi risposato
- Il defunto deve essere titolare di pensione INPS o analoga
In tal caso, l’INPS può riconoscere una quota della pensione all’ex coniuge, proporzionale alla durata del matrimonio rispetto ad eventuali altri coniugi superstiti.
Assegno divorzile e seconde nozze
Il diritto all’assegno di mantenimento post divorzio decade automaticamente se il coniuge beneficiario:
- Si risposa
- Instaura una convivenza stabile e duratura (secondo la Cassazione, deve trattarsi di un legame affettivo con reciproca assistenza materiale e morale)
La convivenza non formale può essere oggetto di valutazione giudiziale, anche attraverso investigazioni e prove documentali.
Casi pratici: come la giurisprudenza interviene sull’assegno
Nel tempo la Cassazione ha fissato principi importanti:
- Sentenza n. 11504/2017: si abbandona il criterio del “tenore di vita matrimoniale” come unico riferimento. L’assegno ha funzione compensativa e riequilibrativa.
- Sentenza n. 18287/2018: ribadisce la valutazione dell’indipendenza economica del richiedente
- Sentenza n. 32198/2021: conferma che l’assegno può essere revocato in caso di nuova convivenza effettiva
Approfondimento esterno
Per ulteriori approfondimenti, è possibile consultare il sito ufficiale della Cassazione Civile, sezione Famiglia.

Documenti necessari per la richiesta o la modifica dell’assegno
Per presentare istanza di riconoscimento o modifica dell’assegno mantenimento separazione o divorzio, è fondamentale raccogliere:
- Certificato di matrimonio e separazione
- Dichiarazioni dei redditi degli ultimi 3 anni
- Buste paga, CU, 730 o Unico
- Estratti conto bancari
- Documentazione su eventuali proprietà immobiliari
- Spese sostenute per i figli
La completezza della documentazione è fondamentale per ottenere una valutazione equa da parte del giudice.
Quanto può durare l’obbligo di mantenimento?
L’obbligo di mantenimento post divorzio non ha una scadenza automatica, ma può cessare:
- Con il miglioramento economico del beneficiario
- Con il matrimonio o convivenza
- Con la morte di una delle parti
Nei casi di figli, l’obbligo perdura finché non acquisiscono indipendenza economica, anche dopo la maggiore età.
Le differenze tra mantenimento figli e assegno divorzile
Una distinzione fondamentale va fatta tra:
- Assegno di mantenimento per i figli: obbligatorio e prioritario
- Assegno divorzile tra coniugi: subordinato a criteri più rigidi
Non si può rinunciare all’obbligo di mantenere i figli. Al contrario, l’assegno tra ex coniugi può essere:
- Concordato tra le parti
- Oggetto di rinuncia, una tantum o revoca giudiziale
In sintesi:
- Il mantenimento figli risponde a un dovere inderogabile
- L’assegno divorzile è una misura di riequilibrio, valutata caso per caso
Strategie legali per ottenere o difendersi da un assegno di mantenimento
Nel contesto del divorzio assegno mantenimento, sia il coniuge richiedente che quello obbligato possono adottare strategie legali per tutelare i propri diritti. L’assistenza di un avvocato esperto in diritto di famiglia è essenziale per gestire con precisione ogni fase del procedimento.
Chi richiede l’assegno può:
- Dimostrare l’assenza o la ridotta capacità lavorativa, attraverso certificazioni mediche, età avanzata, scarsa formazione professionale o periodi prolungati di inattività dovuti alla cura della famiglia
- Presentare documentazione che attesti il tenore di vita mantenuto durante il matrimonio
- Evidenziare eventuali sacrifici personali fatti per favorire la carriera del coniuge (es. rinuncia al lavoro per crescere i figli)
Chi è chiamato a versare l’assegno può:
- Dimostrare che l’altro coniuge ha redditi propri o possiede beni patrimoniali che garantiscono l’autosufficienza
- Produrre prove di una nuova convivenza stabile del richiedente
- Evidenziare difficoltà economiche personali sopravvenute (licenziamento, malattia, nuove spese)
Il bilanciamento tra le posizioni è demandato al giudice, che può anche decidere per un assegno temporaneo o modulato in relazione alla situazione specifica.
Strumenti giuridici per tutelare il diritto all’assegno
Quando il coniuge obbligato non paga regolarmente l’assegno di mantenimento, esistono strumenti giudiziari e amministrativi per ottenere tutela.
1. Decreto ingiuntivo immediatamente esecutivo
Il coniuge beneficiario può richiedere al tribunale un decreto ingiuntivo, che consente:
- L’immediato pignoramento dello stipendio, pensione o conto corrente
- Il sequestro dei beni mobili e immobili
2. Ricorso ex art. 709-ter c.p.c.
Strumento previsto per segnalare inadempienze o violazioni dell’accordo di divorzio, compreso il mancato pagamento assegno mantenimento. Il giudice può disporre:
- Sanzioni pecuniarie
- Modifica delle modalità di pagamento
- Risarcimento per danno morale o materiale
3. Denuncia penale (art. 570 bis c.p.)
Configurabile come reato penale il mancato pagamento dell’assegno di mantenimento, anche parziale. In presenza di figli minori o inabili, le autorità possono intervenire in tempi rapidi.
Importante: la denuncia non blocca l’azione civile. Le due vie (penale e civile) possono coesistere.
Esempi pratici e simulazioni di calcolo
Caso 1 – Mantenimento figli
- Genitore A: reddito netto €2.500/mese
- Genitore B: reddito netto €1.200/mese
- Figlio minore convivente con il genitore B
Assegno stimato: tra €300 e €600 mensili, variabile secondo le spese straordinarie e la disponibilità abitativa.
Caso 2 – Assegno divorzile al coniuge
- Ex marito: reddito €3.800, casa di proprietà
- Ex moglie: senza lavoro, 25 anni di matrimonio, età 56 anni, ha rinunciato alla carriera per crescere i figli
Assegno divorzile probabile: compreso tra €550 e €1000, con rivalutazione ISTAT.
Caso 3 – Richiesta modifica assegno
- Ex coniuge beneficiario trova un lavoro a tempo pieno con reddito fisso
- L’ex obbligato presenta istanza di revoca o riduzione assegno
Esito atteso: revoca totale se il nuovo lavoro garantisce autonomia economica.
Rilevanza delle indagini patrimoniali nel contenzioso
Sempre più spesso, nei procedimenti per calcolo assegno mantenimento o per la sua modifica, si ricorre a indagini patrimoniali e reddituali del coniuge obbligato o beneficiario.
Si tratta di strumenti legittimi e riconosciuti dai tribunali, che permettono di accertare:
- Disponibilità su conti esteri
- Rendite immobiliari occulte
- Partecipazioni societarie non dichiarate
- Attività lavorative non ufficiali
È possibile anche richiedere al giudice un’indagine tramite la Guardia di Finanza, che può accertare il reale tenore di vita del soggetto.
Assegno di mantenimento e TFR (Trattamento di Fine Rapporto)
Un elemento poco conosciuto ma di grande impatto riguarda la possibilità, per l’ex coniuge beneficiario dell’assegno divorzile, di ottenere una quota del TFR maturato dall’altro coniuge.
Ciò è possibile se:
- Il coniuge obbligato va in pensione o cambia lavoro e incassa il TFR
- Il beneficiario non si è risposato
- È già stato riconosciuto un assegno divorzile continuativo
La quota spettante è calcolata proporzionalmente agli anni di matrimonio rispetto agli anni lavorativi complessivi.
Assegno di mantenimento nei casi di convivenza pregressa non formalizzata
La convivenza more uxorio (cioè stabile ma non formalizzata con matrimonio o unione civile) non dà diritto automatico a un assegno di mantenimento. Tuttavia, possono sussistere altri diritti patrimoniali, come:
- Indennità per lavoro domestico svolto gratuitamente
- Riconoscimento di un arricchimento senza causa
- Possibilità di rivendicare una quota sugli immobili acquistati insieme
In questi casi, occorre avviare cause civili distinte da quelle previste per il diritto assegno mantenimento tra ex coniugi.
Quando è meglio optare per l’assegno una tantum
L’assegno una tantum è una soluzione alternativa all’assegno mensile. Si tratta di una somma unica corrisposta al momento del divorzio, che chiude definitivamente ogni rapporto patrimoniale.
Vantaggi per l’obbligato:
- Nessun obbligo futuro
- Nessun rischio di cause per modifica
- Maggiore tranquillità finanziaria
Vantaggi per il beneficiario:
- Riceve subito una somma importante
- Può investirla o utilizzarla secondo necessità
- Evita il rischio di inadempimento
Attenzione: l’accordo sull’una tantum deve essere redatto con estrema precisione e approvato dal giudice.
Consigli pratici per affrontare un divorzio con richiesta di mantenimento
Per chi richiede l’assegno:
- Raccogli tutta la documentazione economica (tu e l’altro coniuge)
- Documenta i sacrifici fatti per la famiglia
- Valuta la convenienza tra assegno mensile e una tantum
Per chi deve versare l’assegno:
- Evita dichiarazioni incomplete o false: possono essere facilmente smentite
- Valuta con l’avvocato se le condizioni per l’assegno ci sono davvero
- Se l’assegno viene imposto, paga con tracciabilità (bonifico, assegno non trasferibile)
Per entrambi:
- Prediligi soluzioni consensuali: sono più rapide, meno costose e più durature
- Rivolgiti ad associazioni specializzate come Coniugi Tutelati per assistenza professionale e conveniente
- In caso di figli, metti sempre al centro il loro benessere, anche nei termini dell’accordo di mantenimento
La tematica del divorzio assegno mantenimento è tanto complessa quanto cruciale. L’equilibrio tra giustizia economica, dignità personale e responsabilità familiare è delicato e richiede una profonda conoscenza normativa, giurisprudenziale e sociale.
Ultime sentenze della Corte di Cassazione (2024–2025)
1. Funzione perequativo‑compensativa dell’assegno divorzile
Con l’Ordinanza n. 18506 del 8 luglio 2024, la Cassazione ha ribadito che l’assegno di divorzio va inteso non solo in chiave assistenziale, ma anche come riconoscimento del contributo familiare del coniuge economicamente più debole. In particolare, se questo ha rinunciato a opportunità professionali per il bene della famiglia, l’assegno non mira a conservare il precedente tenore di vita, ma a compensare quel sacrificio economico e personale.
2. Confessione della convivenza “more uxorio” supera la mera coabitazione
La Sentenza n. 13175 del 14 maggio 2024 ha stabilito che anche una relazione a distanza può far decadere il diritto all’assegno di divorzio se ritenuta una convivenza di fatto stabile, basata su un progetto di vita condiviso. Non è più necessaria la coabitazione fisica: bastano relazioni solidali ed effettiva reciprocità di assistenza morale ed economica.
3. Assegno divorzile non dovuto se il patrimonio richiedente deriva dall’altro coniuge
Secondo l’Ordinanza n. 32669 del 24 novembre 2023, non è riconosciuto alcun assegno di divorzio quando l’intero patrimonio dell’ex coniuge richiedente sia stato formato esclusivamente con i beni dell’altro coniuge. In tali casi, si ritiene già compensato il suo apporto familiare.
4. Squilibrio economico post‑divorzio: prerequisito imprescindibile
La Sentenza n. 27536 del 2024 ha ribadito che lo squilibrio patrimoniale e reddituale tra ex coniugi, conseguente alla cessazione della comunione legale, è condizione necessaria per l’assegno. Se la situazione economica risulta sostanzialmente paritaria dopo lo scioglimento, l’assegno non è previsto.
5. Onere della prova nei casi di relazione stabile post‑divorzio
Con l’Ordinanza n. 14358 del 29 maggio 2025, la Cassazione ha precisato che è l’ex coniuge che versa l’assegno di mantenimento a dover provare l’instaurazione di una relazione stabile o un progetto di vita comune che faccia venir meno il diritto all’assegno.
6. Ruolo della funzione perequativa oltre assistenziale
La Sentenza n. 24795 del 16 settembre 2024 ha ulteriormente chiarito che l’assegno di divorzio ha natura triplice: assistenziale, compensativa e perequativa. È sufficiente dimostrare, per ottenere l’assegno, di essersi preso cura della famiglia e dei figli o aver contribuito al patrimonio dell’altro coniuge.
7. Riduzione non ammissibile per inadempimento su spese straordinarie
Infine, la Sentenza n. 19670/2025 del 17 luglio 2025 mette in evidenza che il mancato adempimento dell’ex coniuge verso spese straordinarie per i figli non giustifica una riduzione dell’assegno divorzile. Si tratta di obblighi distinti e il mancato pagamento non incide sul diritto dell’altro all’assegno.
Conclusione
Le più recenti pronunce della Corte di Cassazione delineano un quadro sempre più articolato per il tema del divorzio assegno mantenimento, enfatizzando cinque punti fondamentali:
- L’assegno divorzile va sempre giustificato con prove del contributo familiare e dei sacrifici sostenuti.
- Il riconoscimento dell’assegno presuppone un effettivo squilibrio economico tra le parti.
- La nuova convivenza, anche a distanza, può far venire meno il diritto, a patto che se ne provi la natura di relazione stabile.
- La funzione dell’assegno preserva una dimensione assistenziale, ma assume un valore compensativo e perequativo primario.
- Gli impegni verso i figli e l’obbligo di mantenimento sono autonomi rispetto all’assegno tra ex coniugi e vanno rispettati indipendentemente.
Saper leggere e applicare tali principi giuridici è essenziale per costruire accordi solidi e difendibili in tribunale.




