Tutto ciò che devi sapere sull’assegno di mantenimento post separazione e divorzio
L’assegno di mantenimento rappresenta uno degli aspetti più delicati e spesso controversi delle procedure di separazione e divorzio. È una misura economica prevista dal nostro ordinamento per garantire la sussistenza di uno dei coniugi (o dei figli) che, al termine della convivenza, risulti economicamente più debole.
In questo approfondimento giuridico e pratico analizziamo cos’è l’assegno di mantenimento, chi ne ha diritto, come si calcola, quali sono le condizioni per modificarlo o cessarlo, e cosa dice la giurisprudenza più recente.
Cos’è l’assegno di mantenimento
L’assegno di mantenimento è una somma periodica che un coniuge è tenuto a corrispondere all’altro a seguito della separazione o del divorzio, al fine di garantire il soddisfacimento dei bisogni quotidiani.
Va distinto dal cosiddetto assegno divorzile, che interviene solo dopo la cessazione definitiva del matrimonio.
Funzione dell’assegno
La funzione principale è quella di:
- Assicurare un tenore di vita dignitoso al coniuge economicamente più debole.
- Garantire il mantenimento dei figli minori o maggiorenni non autosufficienti.
- Evitare che il coniuge non autonomo subisca un impoverimento ingiustificato a causa della fine del matrimonio.
Importante: non ha carattere punitivo, ma si basa su un principio di solidarietà post-coniugale.
Differenza tra assegno di mantenimento e assegno divorzile
Sebbene spesso utilizzati come sinonimi, si tratta di due strumenti giuridicamente distinti.
Assegno di Mantenimento | Assegno Divorzile |
---|---|
Viene disposto dopo la separazione | Si applica dopo il divorzio |
Presuppone ancora il vincolo matrimoniale | Il matrimonio è sciolto o cessato civilmente |
Si basa sul mantenimento del tenore di vita durante il matrimonio | Si fonda su criteri compensativi e assistenziali |
Approfondimento: Assegno divorzile e assegno di mantenimento: quali sono le differenze?
Chi ha diritto all’assegno di mantenimento?
La giurisprudenza italiana ha identificato una serie di beneficiari legittimati a percepire l’assegno di mantenimento:
1. Coniuge economicamente più debole
Ha diritto l’ex partner che, a seguito della separazione, non dispone di mezzi adeguati o non può procurarseli per ragioni oggettive.
2. Figli minori
È obbligatorio il mantenimento dei figli minorenni, con contributo proporzionale alle capacità reddituali di ciascun genitore.
3. Figli maggiorenni non autosufficienti
Anche dopo la maggiore età, se il figlio non è economicamente indipendente, il mantenimento può continuare.
4. Figli maggiorenni disabili
La legge riconosce la permanenza dell’obbligo di mantenimento per i figli con disabilità, indipendentemente dall’età.
Come si calcola l’assegno di mantenimento
Il calcolo dell’assegno di mantenimento non è standardizzato ma si basa su principi equitativi e criteri giurisprudenziali.
I principali fattori considerati sono:
- Redditi e patrimoni di entrambi i coniugi.
- Tenore di vita tenuto durante il matrimonio.
- Capacità lavorativa attuale e potenziale del coniuge richiedente.
- Durata del matrimonio.
- Presenza di figli e relativo affidamento.
- Contributo dato dal coniuge debole alla vita familiare (cura dei figli, rinuncia alla carriera, ecc.).
Esempio pratico
Un giudice potrà decidere, ad esempio, che il coniuge con un reddito lordo mensile di € 3.000 debba versare un assegno di mantenimento di € 1.000, se l’altro coniuge è disoccupato e si occupa dei figli.
Importo dell’assegno divorzile: cosa dice la Cassazione
La Cassazione a Sezioni Unite (sentenza n. 18287/2018) ha stabilito che:
“L’assegno divorzile non ha più la sola funzione assistenziale ma anche compensativa e perequativa.”
Ciò significa che il giudice deve valutare il contributo del coniuge richiedente alla vita familiare e non solo il bisogno economico.
In sintesi, l’importo dell’assegno divorzile dipende da:
- Difficoltà oggettive a procurarsi un reddito (età, salute, mercato del lavoro).
- Sacrifici compiuti per la famiglia (rinuncia al lavoro).
- Rilevante disparità economica creata dal matrimonio.
Durata dell’assegno di mantenimento
La durata dell’assegno dipende dal tipo di rapporto (separazione o divorzio) e dalla condizione del beneficiario.
In linea generale:
- L’assegno post separazione dura fino al divorzio.
- L’assegno divorzile può durare a tempo indeterminato o essere fissato per un periodo determinato, secondo le circostanze.
La durata può cessare:
- In caso di nuove nozze o convivenza stabile del beneficiario.
- Se il beneficiario raggiunge indipendenza economica.
- In caso di modifica delle condizioni patrimoniali di uno dei coniugi.
Modifica dell’assegno di mantenimento: quando è possibile
L’importo dell’assegno di mantenimento non è intoccabile.
Può essere modificato in aumento o in diminuzione se mutano le condizioni economiche dei coniugi o dei figli.
Le modifiche possono avvenire:
- Su richiesta del coniuge obbligato, ad esempio in caso di perdita del lavoro o malattia.
- Su richiesta del beneficiario, se emergono nuove spese o aumentano i bisogni (es. spese scolastiche straordinarie per i figli).
Serve un nuovo accordo?
No, ma è necessario un nuovo provvedimento del giudice, previa istanza motivata.
Sospensione e cessazione dell’assegno
L’assegno di mantenimento può essere sospeso in casi eccezionali o cessare definitivamente se vengono meno i presupposti di legge.
Casi di sospensione:
- Ritardi temporanei nei versamenti per gravi difficoltà economiche, da documentare.
- Mutamento transitorio del reddito del coniuge obbligato.
Casi di cessazione:
- Morte di uno dei due coniugi.
- Nuovo matrimonio o convivenza more uxorio del beneficiario.
- Indipendenza economica del beneficiario.
- Accertata simulazione del bisogno (es. lavoro in nero o redditi occultati).
In ogni caso, la cessazione o la sospensione devono essere autorizzate dal Tribunale.

Assegno e figli: obblighi specifici
Quando si parla di assegno di mantenimento per i figli, entrano in gioco criteri ancora più rigorosi, perché la legge tutela in modo particolare i minori.
Obblighi dei genitori:
- Contribuire in modo proporzionale alle proprie capacità economiche.
- Garantire l’istruzione, la formazione professionale e l’educazione del figlio.
- Sostenere spese ordinarie e straordinarie (mediche, scolastiche, sportive).
In presenza di figli disabili, l’obbligo può durare a vita, se questi non acquisiscono autosufficienza.
Cosa succede se non si paga l’assegno?
Il mancato pagamento dell’assegno di mantenimento ha conseguenze civili e penali.
Conseguenze civili:
- Possibilità di pignoramento dello stipendio o dei beni.
- Iscrizione nei registri dei cattivi pagatori.
- Obbligo di versare gli arretrati con interessi legali.
Conseguenze penali:
L’art. 570 bis c.p. punisce:
“Chi si sottrae all’obbligo di corresponsione dell’assegno di mantenimento disposto dal giudice per i figli o il coniuge.”
Pena prevista: reclusione fino a 1 anno o multa fino a € 1.032.
Approfondimento: Cosa fare se l’assegno di mantenimento non viene versato?
Come ottenere o modificare l’assegno di mantenimento: la guida pratica
Se devi richiedere un assegno o vuoi modificarne l’importo, è consigliabile affidarsi a un avvocato esperto in diritto di famiglia.
Tramite la procedura ordinaria o online, si può agire anche congiuntamente con l’ex coniuge, riducendo costi e tempi.
Documenti richiesti:
- Sentenza o decreto di separazione/divorzio.
- Prove reddituali (CU, buste paga, bilanci, estratti conto).
- Eventuali documenti attestanti mutamenti di reddito o salute.
Dove si presenta l’istanza:
- Tribunale ordinario competente per territorio.
- Ufficio di Stato Civile per i procedimenti semplificati.
Servizi per l’assegno di mantenimento online
Grazie alla digitalizzazione del settore legale, oggi è possibile:
- Richiedere l’assegno di mantenimento online.
- Modificare o cessare il contributo economico a distanza.
- Evitare lunghi procedimenti giudiziari, con risparmio di tempo e denaro.
Con il supporto di servizi come Coniugi Tutelati – AssoTutelati, è possibile gestire:
- Redazione del ricorso in forma assistita.
- Compilazione guidata del questionario legale.
- Deposito in Tribunale o tramite negoziazione assistita.
- Monitoraggio telematico della pratica.
Link utile e di approfondimento
Per approfondire ulteriormente le linee guida giuridiche e le pronunce della Cassazione in tema di assegno divorzile, si consiglia la lettura del sito ufficiale del Ministero della Giustizia.
Assegno di mantenimento e convivenza: quando decade il diritto?
Un aspetto sempre più discusso in sede giudiziaria riguarda l’incidenza della convivenza more uxorio (cioè stabile e continuativa) del beneficiario dell’assegno di mantenimento o divorzile.
Cosa dice la Cassazione?
La Cassazione a Sezioni Unite n. 32198/2021 ha stabilito che:
“La stabile convivenza del coniuge beneficiario comporta la cessazione dell’assegno divorzile, in quanto fa venir meno la funzione assistenziale e compensativa legata al matrimonio.”
Criteri valutati dal giudice:
- Durata e stabilità della convivenza.
- Condivisione della vita economica e domestica.
- Esistenza di un progetto di vita comune assimilabile a un’unione familiare.
Attenzione: una relazione affettiva occasionale o saltuaria non comporta la decadenza automatica del diritto all’assegno.
Simulazioni pratiche: quanto potrebbe spettare?
Vediamo due casi pratici utili a comprendere i criteri applicati dal giudice nel calcolo dell’importo dell’assegno, ovviamente sono calcoli puramente indicativi, per avere un calcolo il più possibile vicino alla realtà potete acquistare il nostro servizio di calcolo dell’assegno di mantenimento nel quale inserendo una serie di dati vi calcolerà, a un prezzo molto basso, l’importo da versare (ovviamente i calcoli in tribunale sono sempre soggetti al ragionamento del giudice che è esclusivamente frutto della sua esperienza:
Esempio 1 – Coniuge casalinga e due figli minori
- Marito: imprenditore con reddito annuo lordo € 90.000.
- Moglie: casalinga senza reddito.
- Due figli minori affidati alla madre.
Possibile scenario:
- Assegno di mantenimento per la moglie: € 700/mese.
- Mantenimento per ciascun figlio: € 500/mese.
- Totale: € 1.700 mensili, oltre spese straordinarie.
Esempio 2 – Ex coniugi lavoratori con disparità reddituale
- Ex marito: dipendente pubblico con reddito netto € 2.000/mese.
- Ex moglie: part-time con reddito € 800/mese.
- Nessun figlio.
Possibile scenario:
- Assegno divorzile di tipo compensativo: € 300/mese per un periodo determinato (es. 5 anni), finalizzato alla ricollocazione lavorativa della donna.
Assegno e mantenimento figli maggiorenni: fino a quando?
Il tema dei figli maggiorenni rappresenta una delle questioni più dibattute nel diritto di famiglia.
Secondo la Cassazione (sent. n. 17183/2020):
“Il genitore obbligato può richiedere la revoca del mantenimento se dimostra che il figlio non si impegna attivamente nella formazione o nella ricerca di un impiego.”
Criteri valutati:
- Età del figlio (oltre i 30 anni, la richiesta è considerata con maggiore rigore).
- Percorso di studi o formativo.
- Tentativi dimostrabili di inserimento lavorativo.
In ogni caso, la revoca dell’assegno non è automatica ma deve essere chiesta al giudice.
Approfondimento: Mantenimento figli maggiorenni: regole, limiti e quando termina l’obbligo.
Modifica assegno di mantenimento per figli: quando e come?
Nel caso dei figli, l’importo dell’assegno può essere aggiornato nel tempo in relazione a:
- Aumento del costo della vita (adeguamento ISTAT).
- Nuove esigenze del figlio (università, terapie, attività sportive).
- Cambiamenti nel reddito dei genitori (perdita lavoro, promozioni, pensionamenti).
Procedura per la modifica:
- Raccolta di documentazione aggiornata (CU, buste paga, bollette scolastiche o mediche).
- Presentazione di istanza al tribunale competente.
- Eventuale mediazione assistita in via extragiudiziale per accordo consensuale.
L’assegno e le dichiarazioni fiscali: come vanno gestiti?
L’assegno di mantenimento ha anche implicazioni fiscali che non devono essere sottovalutate.
Coniuge obbligato:
- Può dedurre dal reddito le somme versate al coniuge per mantenimento, ma solo se stabilite da un provvedimento del giudice.
Coniuge beneficiario:
- Deve dichiarare l’assegno ricevuto come reddito imponibile ai fini IRPEF, nella propria dichiarazione annuale.
Assegni per i figli:
- Non sono deducibili né tassabili, in quanto sostenuti nell’interesse della prole.
Per un corretto trattamento fiscale si consiglia sempre di consultare il proprio commercialista o un consulente legale con competenze tributarie.
Il ruolo dell’avvocato: assistenza e negoziazione
Affidarsi a un avvocato esperto in diritto di famiglia è fondamentale per:
- Tutelare i propri diritti economici.
- Evitare accordi sbilanciati o invalidi.
- Gestire eventuali modifiche o recupero coattivo delle somme non versate.
Un buon legale può:
- Valutare realisticamente l’importo dell’assegno in base al contesto.
- Proporre soluzioni stragiudiziali più rapide.
- Attivare procedure di esecuzione forzata (es. pignoramenti) in caso di inadempimento.
Con il supporto di Coniugi Tutelati, è possibile gestire tutta la procedura online, compresa la richiesta o modifica dell’assegno, con un unico avvocato per entrambi i coniugi nei casi consensuali. A tal proposito Coniugi tutelati ha recentemente sviluppato un software di calcolo dell’assegno a un costo molto basso di 7,99 Euro.
Conclusione
L’assegno di mantenimento, così come l’assegno divorzile, non rappresenta solo una questione economica, ma incarna l’equilibrio tra diritti, doveri e dignità personale dopo la fine del matrimonio.
Ogni caso è diverso e necessita di una valutazione tecnica, giuridica e personalizzata, che tenga conto della realtà economica, familiare e affettiva dei soggetti coinvolti.
Comprendere chi ha diritto all’assegno di mantenimento, come si calcola, quando può cessare o essere modificato, significa prevenire conflitti, proteggere i figli, e garantire una transizione più serena e tutelata tra la vita coniugale e quella individuale.